Vogliamo che la legge arrivi in luoghi tenebrosi come Piazza-Italy,la chat italiana di Aol, dove si commettono violazioni vergognose dei dirtti civili.

lunedì 14 dicembre 2009

Sul Processo di Pergia

UNA COMMEDIA ALL' ITALIANA
Corriere della Sera

PENTITI, PROCESSI E IMMAGINE DEL PAESE

UNA
COMMEDIA ALL' ITALIANA

D opo la commedia dell' arte e il melodramma l' Italia sembra avere inventato, per la gioia dei suoi osservatori più malevoli, un terzo genere teatrale: quello tragico e farsesco del processo all' italiana. I due ultimi spettacoli sono andati in scena a Perugia e a Torino con grande successo e ci hanno garantito per alcuni giorni un posto fisso sulle prime pagine della stampa internazionale. Il primo ha suscitato l' indignazione di molti americani, ma ha soddisfatto gli inglesi e ha esteso a molti altri Paesi il gioco della contrapposizione morbosa fra innocentisti e colpevolisti. Il secondo è stato visto e letto come il copione d' uno straordinario dramma sui rapporti fra mafia e politica. Non tutti gli osservatori stranieri conoscono i meccanismi delle nostre procedure giudiziarie, e gli americani, in particolare, si sono accorti con sorpresa che il nostro processo, guarda caso, è molto diverso dal loro. Poiché nulla è tanto assurdo quanto ciò che non si riesce a capire, Perugia e Torino hanno contribuito a diffondere nel mondo l' immagine di una giustizia confusa e pasticciona. Nel caso del secondo, in particolare, il coro stonato delle reazioni politiche, a cominciare da quelle del presidente del Consiglio, ha dato a molti spettatori la sensazione di un Paese litigioso, pieno di pagine oscure e incapace di fare giustizia. Esistono tuttavia voci più equilibrate. In un' intervista al New York Times sul processo di Perugia, un noto avvocato e professore americano, Alan Dershowitz, ha osservato che Amanda Knox potrebbe essere favorita in ultima analisi dall' esistenza in Italia di un processo di seconda istanza alquanto diverso dall' appello americano. E' un processo ex novo in cui ogni prova viene nuovamente scrutata e pesata con esami più approfonditi. Ne abbiamo avuto la dimostrazione ieri a Palermo quando abbiamo constatato che la testimonianza di Gaspare Spatuzza era soltanto il passaggio necessario di una procedura soggetta a confronti e verifiche. E' probabile che le discordanti testimonianze di Spatuzza e Filippo Graviano scatenino il gioco delle ipotesi sulle strategie della mafia. Ma ciò che conta, dal punto di vista processuale, è che il primo è stato smentito dal secondo. A questo punto tutti, incluso il presidente del Consiglio, farebbero bene a ricordare che i processi non sono partite di calcio in cui ogni gol suscita speranze di vittoria o timori di sconfitta. Sono percorsi logici in cui ogni ipotesi viene sottoposta a un esame della verità. Pensare che una testimonianza basti da sola a pregiudicarne l' esito e che da essa si possano trarre analisi politiche è sbagliato. Ai giudici non serve in queste occasioni una tumultuante giuria popolare. Serve soprattutto un po' di silenzio. E poiché i migliori esempi vengono dall' alto, un Berlusconi più distaccato e paziente potrebbe aiutarci a convincere il mondo che l' Italia è meglio della sua attuale immagine.

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