Sanniti
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I Sanniti (o Sabelli) furono un antico popolo italico stanziato in un territorio, detto Sannio, corrispondente agli attuali territori della Campania settentrionale, dell'alta Puglia, di gran parte del Molise (tranne il tratto frentano), del basso Abruzzo e dell'alta Lucania. Insieme di tribù riunite nella Lega sannitica, estesero progressivamente, nel corso della prima metà del I millennio a.C. la propria area di influenza, fino ad arrivare ad inglobare i loro vicini meridionali, gli Osci, ai quali erano linguisticamente molto affini. Nel IV secolo a.C. vennero in contatto con la Repubblica romana, allora potenza in piena ascesa. Tra il 343 e il 290 a.C. le tre Guerre sannitiche sancirono la supremazia dei Romani sui Sanniti, incrinata ma non revocata da defezioni e ribellioni nei secoli seguenti. I Sanniti furono quindi completamente romanizzati, in un lungo processo che si concluse soltanto nei primi secoli del I millennio d.C.
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Etnonimo [modifica]
Grazie alle risultanze archeologiche, oggi sappiamo che i Sanniti, come i Sabini, definivano sè stessi Safinos perché partecipi alla Safinas Tutas (intesa come comunanza di stirpe tra i gruppi umani etnicamente simili sparsi sull'intero areale centromeridionale), così come definivano Safnio il proprio territorio nazionale . Le differenti denominazioni a noi giunte attraverso la lingua latina si spiegano con la circostanza che in latino arcaico la /f/ intervocalica non era presente e veniva pronunciata come /b/ , per cui Safnio divenne Sabnium e poi Samnium, mentre Safinos divenne Sabnites e infine Samnites. Altro nome con cui i Sanniti furono conosciuti é Samentes, nome poi rimasto nel vernacolo campano per indicare, appunto, i Sanniti; Samentes deriva da un'antica voce osca dal significato simili a capre, in riferimento ai costumi dei Sanniti, adusi a vestirsi con pelli di capra. .
Storia [modifica]
Il Ver Sacrum [modifica]
Per approfondire, vedi la voce Primavera Sacra. |
I Sabini che avevano lungamente guerreggiato con gli Umbri loro vicini, non potendo prevalere su di essi, decisero di sacrificare quanti sarebbero nati in quell'anno, se avessero riportato vittoria sugli Umbri. Ciò accadde e mantennero quindi il voto, ma essendo stati poi oppressi da grave carestia, per liberarsi da tale calamità decisero di consacrare nuovamente agli dei i loro figli nati, perché così avrebbero avuto l'abbondanza. E questi, consacrati al dio Marte, giunti che furono all'età adulta furono mandati dai loro genitori a cercare altra dimora .
Secondo la leggenda , quindi, la tribù sabellica dei Pentri, guidata dal "bove", si sarebbe fermata a nord del fiume Tifernus (presso l'odierno Matese), e avrebbe fondato la città di Bovianum che era, secondo lo storico romano Tito Livio[1], capitale del Sannio. Bovianum ricordava annualmente con il ver sacrum l'arrivo della tribù pentrica guidata dal bue che dà il nome alla città. Una seconda tribù, quella degli Irpini guidata dal "lupo" (in osco hirpus) si sarebbe fermata nelle valli del Calore e del Sabato; una terza, guidata dal "picchio" (picus) si sarebbe fermata a sud del Terminio nel paese detto perciò dei Picentini; una quarta, guidata dal "cinghiale" (aber, donde Abella, l'attuale Avella), si sarebbe stanziata a sud del Partenio, nella Conca avellana.
La Lega sannitica [modifica]
Per approfondire, vedi la voce Lega sannitica. |
I Sanniti costituivano una confederazione di popoli, la Lega sannitica, ed erano strettamente correlati agli Osci, popolazione indoeuropea del gruppo osco-umbro. In epoca storica i Sanniti risultano dispersi su di un vasto territorio delimitato a nord dai monti della Maiella, nell'alto Abruzzo, al confine con gli Umbri, i Piceni (a nord-est) e i Sabini (a nord-ovest); a sud ed a est dal Tavoliere delle Puglie e dalle coste adriatiche; a ovest dal Mar Tirreno, dalle terre dei Volsci, degli Aurunci, dei Sidicini e dei Latini.
I Sanniti si suddividevano in quattro tribù principali: Caudini, Irpini, Pentri e Carricini.
Le Guerre sannitiche [modifica]
Per approfondire, vedi la voce Guerre sannitiche. |
Il territorio occupato dalla confederazione sannita si espanse progressivamente, ma giunti a toccare il Basso Lazio e la zona di Napoli i Sanniti dovettero confrontarsi con i Romani, con i quali stipularono in primo luogo un patto di amicizia nel 354 a.C.[2]. Undici anni dopo, nel 343 a.C., la città etrusca di Capua fu occupata dai Sanniti e chiese aiuto al Senato romano, che accolse la supplica. La prima guerra sannitica fu breve e i Romani prevalsero, nonostante alcune difficoltà iniziali, grazie alla Battaglia di Suessula (341 a.C.) Le tensioni sociali interne e la preoccupazione per la possibile infedeltà di altri popoli italici appena sottomessi indussero però il Senato a stipulare un trattato di pace assai mite con i Sanniti[3].
Casus belli della seconda guerra sannitica fu la fondazione della colonia romana di Fregellae, in territorio sannitico; il conflitto divampò nel 326 a.C. e i Sanniti poterono contare sull'appoggio di altri popoli recentemente sottomessi ai Romani e che mal ne tolleravano il giogo. Inizialmente la guerra fu favorevole ai Sanniti: guidati da Gaio Ponzio, umiliarono i Romani nelle Forche Caudine (321 a.C.), che impose al Senato una tregua. Le ostilità ripresero nel 316 a.C. e i Sanniti ebbero di nuovo inizialmente la meglio, espandendosi verso il Lazio grazie all'appoggio della Lega Ernica; Roma tuttavia riuscì ad avere la meglio prima sulla Lega e infine, nella battaglia di Boviano (305 a.C.), sugli stessi Sanniti, che l'anno seguente accettarono un trattato di pace i cui termini ricalcavano formalmente quello precedente, ma che di fatto aprì la strada a una sempre maggiore presenza romana nel Sannio[4].
La definitiva sottomissione dei Sanniti a Roma fu sancita dalla terza guerra (298-290 a.C.). Preoccupati dall'espansionismo romano, i Sanniti riunirono in una nuova coalizione Etruschi e Umbri, ma i Romani ne vennero a capo con la battaglia di Sentino (295 a.C.); rimasti isolati, subirono la sconfitta definitiva nella battaglia di Aquilonia del 293 a.C. I Sanniti si videro confinati in un territorio ristretto e non furono più in grado di mettere seriamente in discussione l'egemonia romana, anche se conservarono un certo grado di autonomia e di identità.
Le ultime rivolte e la romanizzazione [modifica]
La politica condotta da Roma sui Sanniti dopo il 290 a.C. fu dura: nonostante il rispetto formale della loro autonomia, sostanizalmente i Sanniti furono integrati forzatamente nel sistema capitolino anche mediante deportazioni di massa e distruzioni di interi villaggi . Tuttavia ciò avvenne molto lentamente, poiché essi conservarono sempre una fiera ostilità nei confronti del dominio romano e non persero occasione di dimostrare il loro spirito di rivolta nei confronti degli oppressori: appoggiarono le Guerre pirriche (280-275 a.C.), l'avanzata di Annibale in Italia (217-214 a.C.), fino ricomparire sulla scena politica nel corso della Terza guerra servile (73-71 a.C. e della Congiura di Catilina (62 a.C.).
Soltanto a distanza di qualche secolo si ottenne una definitiva pacificazione poiché i Romani, per garantire la stabilità dei territori assoggettati nonché una valvola di sfogo contro ulteriori ribellioni, concessero lentamente la cittadinanza a tutte le popolazioni italiche. Con il tempo, i Sanniti si integrarono anche nella classe dirigente romana: uno dei più famosi fu, secondo alcune tradizioni , Ponzio Pilato, Prefetto della Giudea ai tempi di Cristo.
Società [modifica]
Recenti studi mostrano una società civile molto più elaborata di quanto si pensasse: i domini sanniti erano organizzati in una forma repubblicano-confederata tra i vari gruppi, ed esistevano figure come quella di questore e magistrato a cui probabilmente gli stessi Romani si ispirarono.
Economia [modifica]
L'attività economica ruotava principalmente intorno alla caccia, alla pastorizia e al commercio, ma anche la guerra era un'attività molto importante, tanto che i Sanniti vennero spesso scelti come mercenari poiché ritenuti combattenti di grande valore. Erano tra i più tenaci e bellicosi fra gli Italici; dediti al culto della guerra in primo luogo, come era tipico fra gli Indoeuropei. L'organizzazione e l'addestramento militare era particolarmente curato: di fatto alcune innovazioni come lo scudo quadrato e la disposizione a scacchiera delle truppe sul campo di battaglia furono introdotte originariamente dai Sanniti e solo successivamente adottate anche dagli eserciti avversari .
Lingua [modifica]
Per approfondire, vedi la voce Lingua osca. |
I Sanniti parlavano l'osco, una lingua indoeuropea del gruppo osco-umbro diffusa tra numerosi popoli italici ad essi affini, come i loro vicini meridionali Osci, assorbiti dai Sanniti nel V secolo a.C. Tra graffiti rinvenuti negli scavi archeologici di Pompei sono state rinvenute iscrizioni in osco, ancora vivo quindi nel I secolo a.C.[5].
La lingua osca è una delle più attestate tra le osco-umbre, testimoniata da oltre 250 iscrizioni in caratteri greci, etruschi adattati e latini. Considerata il più conservativo tra le lingue osco-umbre, l'osco era parlato anche, in varietà dialettali più o meno differenziate, dai popoli affini Marrucini, Peligni, Osci e Sabini[5].
Cultura [modifica]
Per approfondire, vedi la voce Sannita (gladiatore). |
Popolo composto per gran parte da fieri e combattivi montanari, abituati da sempre a vivere in modo austero e spartano, praticavano lotte rituali di tipo gladiatorio e secondo alcuni fonti che questa usanza fu esportata a Roma proprio dai Sanniti e non dagli Etruschi, come altri ritengono ; un particolare tipo di gladiatore era detto appunto "sannita". D'altronde, molti fra i più rinomati gladiatori provenivano proprio dal Sannio e dalla Marsica .
Note [modifica]
- ^ Tito Livio, Ab Urbe condita libri, IX, 31.
- ^ Tito Livio, VII, 19.
- ^ Tito Livio, VII, 29-38.
- ^ Tito Livio, VIII, 22-IX, 45.
- ^ a b Francisco Villar, Gli Indoeuropei e le origini dell'Europa, p. 483.
Bibliografia [modifica]
Fonti primarie [modifica]
Letteratura storiografica [modifica]
- Giacomo Devoto, Gli antichi Italici, 2a ed. Firenze, Vallecchi, 1951.
- Adriano La Regina, I Sanniti in Carmine Ampolo et al. (a cura di) Italia omnium terrarum parens, Milano, Scheiwiller-Credito Italiano, 1989. Pagine 299-432
- Edward T. Salmon, Il Sannio e i Sanniti, Torino, Einaudi, 1995. (ed. or. Edward T. Salmon, Samnium and the Samnites, (in inglese) Cambridge, Cambridge University Press, 1967. )
- Francisco Villar, Gli Indoeuropei e le origini dell'Europa, Bologna, Il Mulino, 1997. ISBN 88-15-05708-0
Atti, miscellanee e riviste [modifica]
- Sopraintendenza archeologica di Roma, L'Italia dei Sanniti, Milano, Electa, 2000. Guida della mostra tenuta a Roma dal 14 gennaio al 19 marzo 2000 che presenta un excursus sui principali aspetti storici ed artistico-archeologici della civiltà sannita.
Voci correlate [modifica]
Contesto storico generale [modifica]
Rapporti con Roma [modifica]
Collegamenti esterni [modifica]
- I Sanniti sul sito amatoriale Montellanet.com. URL consultato il 23-01-2009.
- Associazione "Forche Caudine". URL consultato il 23-01-2009.
1 commento:
Contumelia grazie per queste informazioni storiche sempre interessanti
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