Per la famiglia di Meredith c’è soddisfazione per la sentenza, ma niente da festeggiare: «Siamo soddisfatti, ma nulla di più, visto che ci sono tre giovani in prigione», ha affermato Lyle Kercher fratello di Meredith.
«Mi sembra di vivere un incubo infernale. Perchè sono qui? Io non ho fatto nulla». Così Raffaele Sollecito, condannato venerdì sera a 25 anni di reclusione per l’omicidio di Meredith Kercher, parlando stamane con uno dei suoi legali, l’avvocato Luca Maori che è andato a fargli visita in carcere. Raffaele ha detto di essere «disperato e distrutto». «Io non c’entro niente. Ma perchè si sono comportati così?» ha detto lo studente di Giovinazzo al suo legale.
Incredula anche Amanda Knox. «Nessuno crede in me non capisco perché», ha detto ieri la giovane americana ai suoi legali, gli avvocati Luciano Ghirga e Maria Del Grosso che hanno incontrato la ragazza nel carcere di Perugia. I legali hanno riferito di aver trovato Amanda «molto provata» e «molto dispiaciuta anche per i suoi familiari». Gli avvocati hanno anche spiegato che Amanda ha trascorso una notte tranquilla, anche se ha pianto molto ed è stata ben trattata dalle compagne di cella.
In ogni caso i due giovani sono sorvegliati a vista per evitare che possano commettere gesti sconsiderati. Già nei giorni scorsi, subito dopo le richieste avanzate dall’accusa, la direzione del carcere di Capanne aveva rafforzato i controlli sugli imputati e la scorsa notte, quando attorno all’una il cellulare della penitenziaria è arrivato dal tribunale di Perugia, sono stati ulteriormente innalzati
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