Ancelotti impreca in inglese "Ma non farò come Mou"
I giocatori del Chelsea sorpresi da una parolaccia in "lingua" dopo il pareggio di Champions con l'Apoel: "So che Mourinho ha avuto dei problemi con dei giornalisti italiani, ma a me piace rispettare il lavoro di tutti, per cui siete salvi". Intanto Grant attacca Abramovich
- LONDRA, 16 dicembre 2009. E’ stato un autentico choc per i giocatori del Chelsea sentire il loro allenatore imprecare in inglese dopo il misero pareggio per 2 a 2 contro l’Apoel in Champions League. Prima di quella serata, infatti, Carlo Ancelotti era solito esprimere la sua rabbia in italiano, visto che la nuova lingua non la masticava ancora bene, soprattutto per quanto riguardava le parolacce.
- Carlo Ancelotti. Ap
“NON FARO’ MAI COME MOURINHO” — “Ma “f…off” è un linguaggio internazionale – ha spiegato il tecnico alla vigilia della sfida contro Portsmouth di oggi – e, comunque, non ricordo esattamente quello che ho detto, ma di sicuro so che i giocatori sono rimasti sorpresi perché non se lo aspettavano. Talvolta, un allenatore deve dare un elettrochoc ai suoi giocatori per far capire loro quanto è deluso, ma non è giusto essere sempre arrabbiati perché in questo caso non si viene capiti e poi non bisogna mai perdere il controllo”. Il riferimento a José Mourinho è evidente. “So che Mourinho negli ultimi giorni ha avuto dei problemi con i giornalisti italiani e qualche volta ho pensato anche io di attaccarne qualcuno, ma non l’ho mai fatto. Vengo da un’ottima scuola, quella italiana, e mi piace rispettare il lavoro di tutti, quindi, per quanto mi riguarda, siete tutti salvi”, ha commentato con un sorriso il tecnico Blues all’indirizzo dei giornalisti inglesi.
- Il tecnico in allenamento. Afp
POSTO A RISCHIO SE NON VINCE NULLA — Meno salvo sembrerebbe, invece, paradossalmente, proprio il suo posto di lavoro, visto che, per sua stessa ammissione, Ancelotti ha rivelato che potrebbe essere licenziato a fine stagione se dovesse fallire entrambi gli obiettivi, ovvero Premier League e Champions, esattamente come successe 18 mesi fa ad Avram Grant, che questa sera si ritroverà sulla panchina avversaria. “Fin dall’inizio della mia esperienza come giocatore e allenatore, mi è stato insegnato a vincere e se non vinci, questo diventa un problema. Quando porti una squadra alla finale di Champions League, significa che hai fatto un buon lavoro, ma il club può decidere ugualmente di sostituirti. Io arrivai secondo per due anni di fila con la Juventus, eppure venni mandato via lo stesso, ma questo è normale. Non conosco Grant, ma so che ha portato il Chelsea alla finale di Champions League e che ha fatto davvero un grande lavoro in quella stagione, esattamente come sta facendo da quando è arrivato al Portsmouth”.
GRANT CONTRO ABRAMOVICH — Ma lui, Grant, quella maledetta finale di Mosca non la dimenticherà mai, anche perché, a suo dire, Roman Abramovich lo avrebbe trattato in maniera non esattamente elegante, cacciandolo in malo modo tre giorni dopo la sconfitta contro gli arcirivali del Manchester United. “Abramovich mi disse che era stata colpa mia se John Terry aveva sbagliato il rigore – ha spiegato il tecnico di Portsmouth sul “Daily Mail” – e che non avevamo iniziato bene la stagione. Ma io non ero lì all’inizio (c’era Mourinho, ndr), ma è il destino dell’allenatore quello di essere colpevole. Comunque, posso solo essere orgoglioso di quello che ho fatto al Chelsea, perché è stata una delle migliori stagioni dei Blues e siamo stati davvero vicinissimi a vincere la Champions League per la prima volta nella storia del club. A volte, ci vuole tempo per costruire una squadra, pensate ad Arsene Wenger o ad Alex Ferguson, mentre noi abbiamo fatto bene in uno spazio brevissimo”.
McCARTHY COME BABBO NATALE — Chi, invece, tanto bene non ha fatto è l’allenatore degli Wolves, Mick McCarthy, neo Babbo Natale per il Manchester United grazie alla sua decisione di schierare ben 10 riserve contro i Red Devils ieri sera, permettendo così agli uomini di Ferguson di vincere facile per 3 a 0, agganciando il Chelsea in testa alla classifica (ma i Blues hanno una partita in meno). Solo il portiere Marcus Hahnemann si è salvato dall’insolita epurazione (in pratica, non hanno giocato tutti quelli che hanno vinto contro il Tottenham), pare decisa dal tecnico per risparmiare i giocatori per l’assai più decisiva sfida casalinga di domenica prossima contro Burnley.
I TIFOSI RIVOGLIONO INDIETRO I SOLDI — Una soluzione che, però, non sarebbe stata affatto gradita dai tifosi di Woves, accorsi numerosi all’Old Trafford e ora decisi a farsi rimborsare le 42 sterline (poco meno di 50 euro) spese per assistere alla gara. Eppure McCarthy sostiene di aver messo in campo “la migliore formazione possibile”, ovvero “piena di forze fresche”, in ottemperanza al paragrafo 20, sezione E, del regolamento della Premier League (“in ogni partita, ciascun club deve utilizzare la squadra più forte”) che, però, non sempre viene seguito proprio alla lettera. Lo scorso anno, infatti, come ricorda il “Sun”, proprio Sir Alex Ferguson cambiò 11 su 11contro Hull, prima della finale di Champions League. “Capisco la delusione dei tifosi – ha concluso McCarthy – ma spero che loro capiscano me e giudicheranno questa decisione a fine stagione, se riusciremo a salvarci”.
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