Safin contro Agassi
"Restituisca
soldi e trofei"
Il russo a Parigi per l'ultimo torneo della sua carriera attacca l'americano per le rivelazioni sull'uso di droga: "Si sente colpevole? Dia indietro titoli, soldi e Grande Slam. Spera di vendere più copie dell'autobiografia, ma è completamente stupido"
- Marat Safin a Parigi. Epa
MILANO, 10 novembre 2009 - Parla già da vecchio saggio, sfoderando una sicurezza che sui campi da gioco non riesce più trovare come un tempo. L’autorevolezza verbale, però, non manca e superato il primo turno del torneo della sua carriera (a Parigi ha battuto il francese Ascione 6-4 4-6 7-6 (3), Marat Safin non le manda a dire a Andre Agassi sulla questione droga che è saltata fuori nella sua autobiografia “Open”.
attacco ad agassi — Dopo che lo statunitense aveva già incassato i colpi illustri di Navratilova, Federer, Nadal e Becker, è stata la volta dell’ex numero uno russo, granitico nelle sue dichiarazioni a l’Equipe. Reduce dalla vittoria sul padrone di casa francese Ascione e in attesa dell’incontro con Del Potro, Safin regala a Parigi Bercy delle perle che non prevedono l’uso della racchetta, ma che arrivano dritte dritte al destinatario: Agassi. “Si sente colpevole? Restituisca titoli, soldi e Grande Slam!” ha dichiarato il russo senza timori reverenziali “Se è così onesto dovrebbe arrivare fino in fondo. L'Atp ha un conto in banca, può rimborsarli se vuole”.
- Agassi nel 1991 e nel 1995. Afp
"completamente stupido" — In effetti in questa vicenda c’è qualcosa che non quadra secondo Safin, e più precisamente riguarda il modo in cui l’ex tennista capellone ha fatto il suo mea culpa, pubblico, forse anche troppo. “Io non scriverò la mia autobiografia, non ho bisogno di soldi. Il punto è: perché l'ha fatto?”. Già, perché? Il rimorso troppo forte implica la necessità di espiare apertamente le proprie colpe? O c’è dell’altro? Safin si interroga sulle ragioni di questo exploit e, in qualche modo, si risponde pure “Quel che è fatto è fatto. Spera di vendere più libri. Ma è completamente stupido!”. Safin prosegue nella sua critica all’ex collega, secondo lui incapace di gestire con un certo stile una vicenda così delicata “Io non difendo l'Atp ma quello che ha detto li mette in una brutta posizione. L'Atp gli ha permesso di vincere un sacco di tornei, di fare un sacco di soldi. Hanno mantenuto il suo segreto, quindi perché essere crudeli con loro? Ci sono volte in cui è necessario essere capaci di tenere la bocca chiusa”.
uscita di scena — Nel frattempo, mentre parla delle magagne altrui, il russo è in procinto di dire addio al suo mondo e lo fa conscio del suo declino. Dopo il successo su Ascione, sotto gli occhi tra gli altri della nazionale di calcio francese e del c.t. Domenech, Safin analizza lucidamente la sua performance che evidentemente lo soddisfa ben poco, ringrazia il pubblico che gli ha riservato un’ovazione e si lascia andare a vecchi ricordi in cui fa di nuovo capolino Agassi “Per la mia prima apparizione nel 1999 – commenta, tirando fuori la sconfitta in finale proprio con Agassi - non ho avuto molto sostegno da parte del pubblico. Dopo, invece, l’ho avuto.” E poi l’uscita di scena, con l’ultimo pensiero di nuovo al presente, che stavolta gli mette di fronte Del Potro: “Non sarà difficile perdere contro di lui”.
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