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giovedì 28 maggio 2009

Maldini addio al calcio e a un mondo ingrato

MILANO, 24 maggio - Che i rapporti fra Paolo Maldini e la Curva sud non fossero idilliaci, si sapeva. Ma che gli 8mila del tifo organizzato rossonero potessero rovinare la festa per l'addio del capitano al Meazza in pochi se lo immaginavano. Invece così è stato. A parte la sconfitta contro la Roma che renderà il suo ultimo atto di Firenze una vera e propria finale, Maldini chiude con amarezza la sua storia a San Siro. SAN SIRO SI DIVIDE - Da quella sfida di coppa Italia del 1985 in cui mise la prima volta piede su questo campo a oggi, ha raccolto una caterva di successi, e quando lo speaker li elenca, dagli spalti si alza un boato che dà il via alla festa. Lo omaggiano con una t-shirt i giocatori della Roma e basta leggere le decine di cartelli disseminati sulle tribune, per capire che la gran parte del popolo rossonero farà fatica a vivere il calcio senza Maldini. C'è chi inneggia alla sua fede storica e chi propone l'improbabile impresa di clonarlo. Ma per la Curva sud Maldini deve pagare i suoi 'torti'. GLI STRISCIONI - 'Grazie capitano: sul campo campione infinito, ma hai mancato di rispetto a chi ti ha arricchito!', lo striscione appeso all'inizio della gara. Poi, pochi istanti prima di iniziare il giro di campo, Maldini alza gli occhi e ne legge un altro: 'Per i tuoi 25 anni di gloriosa carriera sentiti ringraziamenti da coloro che hai definito mercenari e pezzentì. Storie legate a screzi del passato: una contestazione dopo una sconfitta casalinga nel '96 contro il Parma, un diverbio dopo la finale di Champions persa a Istanbul nel 2005, da ultimo quell'indice che il capitano si è portato al naso per zittire i fischi dopo l'eliminazione dalla Uefa a febbraio. Il sorriso del difensore si incrina, sembra addirittura voler rinunciare all'ultimo tributo. Ma alla fine prosegue, mentre la Sud dispiega anche un'enorme maglietta rossonera con il 6 di Franco Baresi e inneggia al capitano da cui Maldini ha ereditato la fascia. Il disappunto gli si legge sul volto e a poco serve l'intervento di Leonardo che lo invita a non dar retta alla contestazione. L'AMAREZZA - Ormai la festa è rovinata, e il cerimoniale pubblico chiuso. «Sono orgoglioso di non essere uno di loro», commenta lapidario Maldini lasciando lo stadio per andare a festeggiare con i compagni. «Gente che non ama questo sport e lo usa», commenta Spalletti. «Potevano risparmiarsela», osserva Ancelotti, dopo un pomeriggio altrettanto amaro. Che per il tecnico potesse essere la sua ultima partita casalinga con il Milan già si sapeva. Arrivando al Meazza Berlusconi, però, lo conferma con dubbio tempismo, e i suoi 90 minuti in panchina sono un calvario, alle prese con un Pato indisciplinato, una squadra che ha perso la bussola e tanti pensieri. Con il patron non si sentono da parecchio tempo, e nemmeno dopo la partita si incontrano. Magra soddisfazione, che in questa diatriba la Curva Sud sia dalla sua parte. 'Pur avendo le tue colpe - il testo dello striscione a lui dedicato - grazie Carletto uomo di onestà, vittima della politica perdente di questa società'.

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