Vogliamo che la legge arrivi in luoghi tenebrosi come Piazza-Italy,la chat italiana di Aol, dove si commettono violazioni vergognose dei dirtti civili.

venerdì 10 ottobre 2008

11. La città in Italia a) L'ambiente urbano e le città sostenibili La crescita urbana è stata una delle trasformazioni più importanti degli insediamenti umani avvenute negli ultimi decenni. Secondo le previsioni delle Nazioni Unite entro il 2030 si insedierà nelle aree urbane la parte preponderante della popolazione mondiale e saranno almeno 100 le megalopoli con una popolazione superiore a 5 Milioni di abitanti. La realizzazione di uno sviluppo sostenibile degli insediamenti umani assume una importanza basilare: le città si trovano infatti a fronteggiare problemi sempre più grandi di urbanizzazione crescente (insufficienza delle opportunità occupazionali e abitative, il conseguente inasprimento delle disuguaglianze socio - economiche, l'incremento dei senza tetto, i crescenti tassi di criminalità, l'inadeguatezza o il deterioramento del patrimonio abitativo, l'incremento della popolazione e del conseguente inquinamento acustico e atmosferico, la carenza di spazi verdi e di parchi e in generale una crescente vulnerabilità nei confronti di emergenze ambientali e disastri naturali (Gestione del rischio). Questi problemi rappresentano una sfida alla capacità dei governi di realizzare uno sviluppo economico e sociale che sia consono anche ad obiettivi di salvaguardia dell'Ambiente. Su scala nazionale la "CARTA DELLE CITTA' EUROPEE VERSO LA SOSTENIBILITA" approvata ad Aalborg (Danimarca) nel May 1994 e sottoscritta da 15 Comuni italiani, è un esempio concreto dell'impegno comune e delle forme di cooperazione fra città per realizzare uno sviluppo sostenibile. Verranno analizzati alcuni fattori di stress urbano, considerando la realtà di 12 grandi città italiane: Torino, Milano, Venezia; Genova Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Palermo Catania e Cagliari, città dove i problemi ambientali vengono maggiromente percepiti. Infatti: 1994: problema della sporcizia è considerato dal 47,1% dei residenti in queste città 1995: pari al 50,3% 1996: 51, 9% delle famiglie residenti 1996: la percentuale nazionale è di 27,3% (in calo) 1995: la percentuale nazionale è 28,8%. b) I cambiamenti negli acquisti delle famiglie italiane e l'ambiente Man mano che il livello di benessere della società è cresciuto, è aumentata notevolmente anche la quantità dei consumi e dei relativi rifiuti: cambiando gli acquisti della famiglia è cambiato anche il suo impato sull'ambiente . La società dei consumi è diventata anche società degli sprechi e lo spreco delle risorse si traduce in rifiuti. Il problema dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani è dunque strettamente collegato alla qualità dei consumi che vengono effettuati in ambito familiare e che a loro volta risultano direttamente dipendenti dalle risorse a disposizione. Il cambiamento negli acquisti e nei consumi non ha riguardato solamente la quantità, la varietà e la qualità dei beni oggetto di consumo, ma si è manifestato anche con riferimento al modo in cui le diverse merci sono state, nel tempo, offerte e consegnate ai compratori- consumatori. Quella delle abitazioni, combustibili e dell'energia elettrica rappresenta la categoria dei consumi che negli ultimi 20 anni ha aumentato maggiormente il peso relativo nelle spese delle famiglie italiane. Negli ultimi 60 anni, le famiglie italiane utilizzavano a tavola l'acqua dall'acquedotto comunale, mentre gli altri prodotti liquidi (latte, olio, vino) venivano acquistati sfusi presso gli specifici rivenditori dai quali il consumatore si recava con l'apposito recipiente. Pane, pasta, riso e legumi venivano acquistati sciolti e avvolti in carta, come pure olive, formaggio e mortadella con altri pochi salumi. L'incremento del reddito familiare congiunto al progresso tecnico - che ha visto introdotto nel mercato delle scatole e altri tipi di contenitori - hanno portato a radicali modifiche nel comportamento dei consumatori, sopra descritto. Ad esempio, il cambiamento nello stile di assunzione di molti soft- drinks di larghissimo consumo si è riflesso in una invasione di lattine usate la cui raccolta differenziata per il successivo riciclaggio è diventata una improcrastinabile necessità (67 tonnellate di lattine nel 1986; 6403 tonnellate nel 1995). Anche la trasformazione del modello familiare italiano - soprattutto con la affermazione del nuovo ruolo della donna nella società- ha contribuito ad un cambiamento radicale nelle abitudini alimentari e di vita quotidiana: il numero delle famiglie è aumentato da 12 a 20 milioni nell'arco di pochi decenni. Conseguente l'aumento dei rifiuti: da questo incremento di famiglie è derivata la necessità di frazionare i consumi familiari, in particolare quelli alimentari e di prima necessità. L'introduzione di nuove tecnologie e nuovi materiali di consumo, le diverse politiche di gestione hanno contribuito nel tempo ad un alterazione degli equilibri urbani: non solo è aumentata la produzione di rifiuti ma ne è cambiata anche la loro composizione. Come già accennato, la produzione totale dei rifiuti si attesta attorno ai 63,6 milioni di tonnellate annue di cui 2,7 milioni di tonnellate di rifiuti solidi urbani 4,2 milioni di tonnellate assimilabili a quelli urbani 19,5 mil. di tonnellate sono rifiuti speciali 2,7 milioni di tonnellate sono tossici- nocivi 14,3 milioni di tonnellate sono rifiuti inerti 200 mila tonnellate sono rifiuti ospedalieri L'italiano medio riduce ogni anno più di un chilo di rifiuti solidi e liquidi al giorno, oltre 350 Kg ogni anno. Come si è già accennato, dai dati forniti dal Ministero dell'Ambiente, in Italia per circa il 90% dei casi si ricorre alla discarica come forma privilegiataper lo smaltimento dei rifiuti, confermando la tendenza largamente diffusa che il rifiuto è solamente qualcosa da eliminare e non come una possibile risorsa da riutilizzare. Il decreto legislativo n. 22 del 5 Febbraio 1997 firmato dal ministro dell'Ambiente Edo Ronchi. sancisce una importante inversione di tendenza (cfr pag. 12). Con questo decreto viene capovolto il metodo fino ad oggi usato per la gestione dei rifiuti, basato fondamentalmente sulla tecnica di smaltimento finale e viene sancito un ruolo importante a tutte le fasi e le operazioni che stanno a monte dello smaltimento. Con la riduzione dei rifiuti, la raccolta differenziata, le operazioni di riutilizzo, il riciclaggio e recupero di energia tanti processi, se correttamente innescati, possono realizzare lo sviluppo per una città sostenibile e a tutela dell'ambiente naturale. La discarica, come tipologia di smaltimento per il 90% dei rifiuti, dal 1 Gennaio 2000 potrà essere utilizzata solo per la frazione residuale derivante dalle operazioni di riciclaggio e recupero. Con la nuova classificazione dei rifiuti e delle attività di gestione si introduce una nozione unitaria di rifiuto. Viene confermata la distinzione quanto a provenienza tra rifiuti urbani e speciali e si introduce una nuova categoria di rifiuti pericolosi al posto di quella più ristretta di rifiuti tossici nocivi. Il decreto introduce anche un cambio nel sistema di tassazione. Il cittadino pagherà in base alla quantità di rifiuti effettivamente conferiti al sistema di smaltimento tradizionale. Ne deriva una maggiore responsabilizzazione dei cittadini riguardante la propria produzione di rifiuti e una maggiore sensibilizzazione nei riguardi dell'ambiente.

Nessun commento:

Welcome to my page

Buongiorno Buonasera Buonanotte... ovunque vi troviate
se vuoi scrivere su questo blog devi sottoporre la tua candidatura scrivendo a questo indirizzo


notanothertrueman@controinfo.com

e se accettata verrai invitata a iscriverti. L'invito verra' mandato all'indirizzo specificato = if you want to write on this blog send your email address to

notanothertrueman@controinfo.com

if accepted an invite will be sent to the specified email

Archivio blog

Lettori fissi