Vogliamo che la legge arrivi in luoghi tenebrosi come Piazza-Italy,la chat italiana di Aol, dove si commettono violazioni vergognose dei dirtti civili.

martedì 30 dicembre 2008

l'uccellino

Il mattino era calmo. Il cielo era terso. Solo qualche nuvola qua e la arredava l'orizzonte. L'uccellino volava leggero volteggiando come un'acrobata su e giù tra le correnti ascensionali e i vuoti d'aria; per poi lasciarsi cadere in picchiata e con una virata decisa ma delicata, riprendere quota sempre più su. Respirava l'aria dell'immensità e della libertà. Si sentiva libero ed era libero. La terra sfiorava appena, sulle fronde degli alberi riposava le sue stanchezze; nei campi colmi di spighe di grano, soddisfava la sua fame, e nel fresco ruscello placava la sete. "Non posso chiedere di più dalla vita" pensò tra se e se "faccio ciò che voglio, il sole mi riscalda, la pioggia lava le mie piume, il vento le asciuga..". Mentre il tramonto faceva capolino dietro la collina, quasi accarezzandola, vide un nido vuoto e vi si posò. Accovacciato dentro, guardava il cielo addormentarsi. Godeva di tanta bellezza come un pittore davanti al suo capolavoro. Si sopì in breve tempo. Il mattino seguente di buon'ora, dopo una breve ma efficace toilette al piumaggio, partì. Lo aspettava un lungo viaggio migratorio verso il caldo sud. La fresca brezza mattutina lo avvolgeva come un mantello, le prime nuvole cominciavano a coprire l'orizzonte. Era la stagione delle piogge ed era facile trovarsi nel bel mezzo di un temporale. Infatti...i primi scrosci di pioggia scendevano copiosi, il cielo era d'un nero denso, cosa che non lasciava presagire nulla di buono "speriamo di uscirne al più presto" pensò preoccupato l'uccellino mentre batteva a più non posso le sue piccole ali. Ma la pioggia diventò sempre più insistente e violenta; doveva trovare un riparo sicuro. Notò il davanzale di una finestra abbastanza riparata, scese dal volo e vi si posò nel suo interno. Stranamente la finestra era socchiusa "non ci sarà nessuno nella stanza" pensò " altrimenti avrebbero chiuso..con questo temporale.." affacciò il becco nella stanza e vide una bimba che piangeva accanto ad una gabbia stranamente vuota. La curiosità fu sua padrona; si avvicinò cautamente alla piccola e la guardò...vide i suoi occhioni azzurri gonfi di lacrime. "Che può essere successo di così terribile?" si chiese, mentre lo sguardo cadde sulla gabbia vuota. Era ampia, ben curata, con trespoli e mangiare a volontà..non capì il senso di tutto ciò. Ad un tratto però la bimba girò lo sguardo e lo vide. L'istinto di volare via era forte, ma anche la curiosità di sapere cos'era successo. "Ma tu chi sei? Come mai sei qui?" disse la bambina rivolgendo sorpresa il suo viso verso l'uccellino. "E' il cielo che ti manda vero? Il mio dolore è arrivato fin lassù..." lui non capì il senso di quel pianto. Pensò che forse era meglio andar via, seguire la sua rotta verso il caldo sud; e mentre stava per spiccare il volo la bambina le accarezzò dolcissimamente il capo. Tanta fu la dolcezza di quel gesto che ne rimase estasiato. Sentiva il calore delle dita scaldargli le piume e scendere giù fino al cuore. "Cos'è questa sensazione di benessere che sto provando...?" pensò smarrito "solo il caldo sole mi ha riscaldato fin'ora, ma non fino al cuore" e rimase immobile come un albero. La bambina non piangeva più, il primo bagliore di sorriso illuminava il suo viso. "Sai...in quella gabbia c'era un uccellino proprio come te" disse rivolgendosi a lui "gli volevo un gran bene, mi faceva compagnia con il suo svolazzare di trespolo in trespolo. Lo accudivo amorevolmente e lui mi ripagava con il suo soave canto. Lo avevo raccolto ferito ad un'ala" proseguì il racconto "quando fu guarito lo misi sopra al davanzale, proprio dove sei tu ora, gli dissi di tornare nel suo cielo blu a volare con i suoi fratelli verso la sua libertà...ma lui non se ne andò, non volò via" e mentre raccontava, una lacrima rigò ancora il suo viso. L'uccellino capì il perché... scelse liberamente l'amore per lei. La gabbia non era una prigione ma una scelta di libertà. La libertà d'amare. E così fece anche lui, svolazzando di trespolo in trespolo, ripagando l'amore di quella bambina con il suo soave canto...

1 commento:

Anonimo ha detto...

Anna attenta a sti uccellini si infilano dappertutto ahahaahahahahha

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