Vogliamo che la legge arrivi in luoghi tenebrosi come Piazza-Italy,la chat italiana di Aol, dove si commettono violazioni vergognose dei dirtti civili.

mercoledì 17 dicembre 2008

IL SERPENTE E LA ROSA

www.napoli.com In un giardino stupendo stava una bella Rosa rossa. Era il fiore più bello tra tutti, invidiato da tutti, ma non per questo si sentiva orgogliosa. Non ne aveva alcun bisogno infatti. Spiccava, stupenda, nella sua aiuola al centro dell'architettura di verde e profumi, ed era lei a dare bellezza e significato a tutto il giardino. Passavano per lei i primi giorni di primavera, nell'abbraccio del sole che delicato la scaldava, dividendo la sua bellezza con tutti gli altri fiori, anche con coloro che non lo desideravano. Nel giardino in quel giorno di primavera si trovò a passare un Serpente dalle scaglie d'argento. Tutti i fiori si spaventarono al vederlo, mentre lui si chiedeva perché avessero paura di lui. Stava semplicemente ammirando incuriosito quel bel luogo, che mai prima di allora aveva mai visto. Continuò a muoversi, sempre ammirato e sempre chiedendosi perché i fiori lo temessero, lui che altro non faceva che essere grato della vista di tanta bellezza, sino a che non arrivò di fronte alla Rosa. Non aveva mai visto nulla di così bello in tutta la sua vita, rimase incantato ad osservarla. Poi si spaventò, pensando che anche lei avrebbe avuto, come tutti gli altri, timore di lui, e non avrebbe potuto più ammirarla. Ma la Rosa, accortasi di lui, non si spaventò per nulla. Guardò il Serpente e gli sorrise. Lui non sapeva che fare, non si aspettava un sorriso. Gli altri fiori furono ancora più sorpresi di lui nel vedere la Rosa, la più bella di tutti, sorridere al Serpente. Ma lei non vedeva un Serpente dalle scaglie d'argento, vedeva quello che si celava dietro i suoi occhi gialli. Il Serpente rimase immobile, timoroso, ma la Rosa lo invitò ad avvicinarsi. E questo rese il Serpente felice. La primavera passò, ed il Serpente spese il suo tempo assieme alla Rosa, arrotolato in lunghe spire intorno al suo stelo, poggiato alle sue spine, chiacchierando con lei, ascoltando contento il suono lieve della sua voce. Gli altri fiori erano scandalizzati, ma piano piano si resero conto che il Serpente, in fondo, non era il mostro che ai loro occhi sembrava. Il sole divenne sempre più forte nel tempo, e la primavera diede luogo all'estate.La calura faceva piegare petali e foglie di tutti gli altri fiori, ma la Rosa era sempre bella come il primo giorno di primavera. Il Serpente invece soffriva tremendamente il caldo, le sue belle scaglie d'argento erano diventate secche e ruvide, ma faceva finta di niente, poiché parlare con la Rosa gli dava un grande piacere, ed ella era molto gentile con lui. Capitavano violenti temporali, durante i quali lui si avvolgeva attorno alla Rosa per proteggerla dal vento e salvarla dalla grandine, e finita la tempesta, stanco e ferito, ella chinava il suo capo per far si che il Serpente potesse dissetare il suo corpo stremato con l'acqua che rimaneva tra i suoi petali. La calura dell'estate passò, le scaglie del Serpente tornarono lisce e lucenti, mentre piano piano il sole iniziava a perdere forza, e così la natura intorno, per l'arrivo dell'autunno. Tutti gli alberi, gli arbusti e le erbe del giardino iniziarono lentamente a morire, i fiori persero il loro splendore senza lamentarsi. Anche la Rosa iniziò lentamente ad appassire, ma non se ne curava, poiché sapeva che sarebbe rinata ancora più bella di prima la primavera ventura. Ma il Serpente questo non lo sapeva. Osservava terrorizzato quanto stava accadendo intorno a lui ed alla sua amata Rosa, non sapendo che cosa fare. Le chiese come poteva aiutarla, lei gli disse che non c'era bisogno di nulla. Ma la paura si faceva strada in lui, vedendola perire giorno dopo giorno. Interrogò ogni fiore e pianta nel giardino, a loro volta nel pieno del declino eppur capaci di rispondere a colui che ora sapevano non essere così diverso da loro, ma tutti gli dissero che non poteva fare nulla, ed il Serpente continuò a non comprendere. Stette vicino alla Rosa, parlandole di continuo, ma le sue risposte erano sempre più rade, e non sentiva più il suo calore mentre la stringeva tra le spire. Il sole divenne sempre più debole, sino a svanire, poiché era giunto il tempo dell'inverno. La neve iniziò a cadere, mentre alberi, arbusti, erbe e fiori persero i colori ed i profumi, addormentandosi. E anche la Rosa perse tutti i suoi petali, lasciando il Serpente disperato. Ora, nel freddo, nessuno poteva più spiegargli nulla, era rimasto solo, e doveva sopportare la visione della sua amata morta. Un vecchio gufo passò sopra di lui in volo, rallentò vedendo la strana scena, e gli disse di andarsene lontano dal freddo, prima che esso lo uccidesse. Ma egli non volle ascoltarlo. Non ascoltò nemmeno il suo corpo, il dolore delle scaglie che crepavano per il freddo, e che dalle ferite penetrava nella carne. Si avvolse attorno allo stelo della sua Rosa, stringendosi forte, sperando di poterla rivedere e di sentirla ancora parlare, solamente questo era il suo pensiero. Ed intanto la neve continuava a cadere. Passò il tempo, ed il sole si fece di nuovo forte. I suoi raggi prima scalfirono e poi distrussero la coltre gelata, trasformandola in acqua che nutrì la terra. Nel giardino, piante e fiori ripresero a vivere, nutriti dall'acqua: i petali si aprirono nuovamente, il verde si manifestò in ogni dove. La primavera era tornata, e con essa la vita. Ma non per tutti. Nella sua aiuola, la Rosa era rinata, splendida come sempre, i suoi rossi petali baciati dal sole si muovevano quieti nella brezza mentre osservava intorno. Notò ai piedi del suo stelo la carcassa di un Serpente. Si chiese chi fosse, perché fosse venuto a morire lì, di fronte a lei che non poteva morire. Poiché la sua bellezza era crudele: non poteva ricordare chi aveva amato, poiché vero amore in lei non poteva albergare. La carcassa non poteva rispondere, e nel tempo venne assorbita dalla terra. Ma da qualche parte un'anima in eterno piange per l'amor suo che ha visto sprecato e per la ferita che per sempre dentro dovrà portare, per il sorriso di una Rosa bella ed inconsapevolmente crudele.

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