Vogliamo che la legge arrivi in luoghi tenebrosi come Piazza-Italy,la chat italiana di Aol, dove si commettono violazioni vergognose dei dirtti civili.

giovedì 18 dicembre 2008

IL CUORE DELLA VITA

www.napoli.com Non capisco… Perché devono prendersela con noi? Ormai da alcuni anni i troll catturano gnomi e folletti per gli esperimenti sulla magia degli uomini… per la sete di potere dei maghi, traditori della loro madre! La terra distribuisce la magia, è sbagliato desiderare di più di quanto c’è assegnato… Ma perché ora danno la caccia anche a noi? Anche l’ultimo, il più malvagio di tutti gli uomini sa quanto è pericoloso mancare di rispetto alle fate e ai silfidi. Noi custodiamo il bosco e il bosco ci protegge, se noi veniamo catturati e uccisi il bosco morirà. Se ormai la sete di potere degli uomini ha superato il rispetto per la natura, allora è la fine del nostro mondo… la fine dell’antica magia. Non che sia più giusto che i troll catturino gli ingenui gnomi o gli allegri folletti, ma per loro è più facile sopravvivere. Una gnoma nella vita può avere decine di figli e una folletta anche di più. Ma nel frattempo nascono pochissimi silfidi e fate, perché le fate e i silfidi nascono dai fiori quando la magia del luogo è molto potente, sono figli solo della natura. Noi che siamo i più potenti, che proteggiamo con la nostra magia il bosco e tutte le creature che vi abitano siamo pochi, troppo pochi… Forse è egoistico pensare solo a noi, “Non è giusta la cattura di nessuna creatura, per chi vive d’aria e acqua anche una reggia è una prigione…” sono alcuni dei versi di un’antica ballata del nostro popolo e, come ogni cosa del passato, sono pieni di saggezza. Perché sto scappando? Sto lasciando il mio villaggio tra i rami della grande quercia, la quercia sacra, l’albero più antico del bosco. L’unica cosa che sento di reale tra il fiume di pensieri che mi vortica in testa è il calore della mano che stringe la mia e mi spinge a volare, sempre più lontano, ma verso dove? C’è ancora una terra dove potremmo rifugiarci e vivere in pace, ora che i maghi ci danno la caccia? Una terra per noi, eredi di una sapienza antica come il mondo? Perché non mi lasciano stare? Sono stanca, non ce la faccio a volare, troppe voci mi urlano dentro e la testa mi fa male. Voci disperate, la peggiore è quella della grande quercia, che geme e si lamenta: “Dove andate, figli miei, perché sola mi lasciate? Ecco, sento i passi dei troll che arrivano, rimbombano sul morbido terreno del bosco. I loro passi ferrati calpestano le mie radici, le loro teste spezzano i miei rami. Tagliano con asce, bruciano con il fuoco, catturano con le loro grosse mani il mio popolo e lo infilano in sacchi neri, come una notte senza stelle. Dimenticate la pace e scappate per salvare la vostra stirpe! Finché anche uno solo di voi rimarrà, la magia non abbandonerà questo mondo…” Perché tutti gridano? Sento solo urla e pianti, fuori e dentro di me, fino a quando… ci siamo fermati. Sento ancora il calore di un’altra mano nella mia e qualcuno mi respira vicino… “Svegliati, svegliati! Per ora siamo al sicuro, Iris, svegliati!” qualcuno mi scuote le spalle, ma non mi sveglio. Che cosa vedrebbero ora i miei occhi, dopo questo volo che mi ha salvato, ma che mi ha anche portato lontano da ciò che amavo, che era la mia casa? L’ultima volta che i miei occhi hanno visto veramente il mondo, intorno a me c’era il mio villaggio, splendido come sempre, ora i miei occhi sono aperti ma non vedono, non vogliono vedere veramente. Il mio spirito è lontano, vaga nel mare di disperazione dentro di me… “Svegliati, è tutto finito.” Ripete dolcemente la voce. Non ascolto, allora quel qualcuno vicino a me mi abbraccia, stringendomi a sé. Il battito di un altro cuore rimbomba nella mia testa e quel contatto e quel battito che si mischia al mio lentamente mi calmano. Le voci scompaiono dalla mia testa, per la prima volta dall’inizio di quel volo disperato, apro veramente gli occhi. Vedo solo buio e sento odore di terra e di foglie; “Dobbiamo essere nel tronco di un albero.” Penso. Strano, in situazioni disperate ci si accorge subito di particolari insignificanti. Come mi sento al sicuro, al buio, o forse la sicurezza che ora ha sostituito in me la paura è data dal calore di questo abbraccio. So chi è, lo sento. Ora capisco tutto e so anche che mi ha salvato, perché nello stato in cui ero non avrei mai avuto la forza e la volontà di volare per salvarmi dai troll. Chiudo gli occhi e ascolto il battito del suo cuore… “Come stai?” ora riconosco anche la voce che mi parla ed è la sua, sono sicura. “Ora bene. Scusa, sono stata troppo debole. Hai dovuto trascinarmi fino a qui e poi aiutarmi a tornare in me. Non so cosa mi è preso. Scusa ancora.” La mia voce ha un suono strano, faccio fatica a parlare. Sono più debole di quanto pensassi e me ne vergogno. Ma cosa mi è successo? cerco di staccarmi dal suo abbraccio, ma lui mi stringe ancora. “No, stai qui. So che ti senti in colpa per la tua debolezza, ma è normale, perché voi fate siete più legate al potere della quercia che i silfidi. Per questo siete più potenti ma vi è più difficile allontanarvi da essa. I silfidi hanno meno magia ma sono forti anche lontano dalla quercia. Noi siamo nati per proteggervi.” “Lo so, ma non è un buon motivo per appoggiarsi completamente a voi. Credevo di riuscire a cavarmela da sola e invece se non fosse stato per te chissà dove sarei ora… comunque grazie, Sylvan.” Apro di nuovo gli occhi e guardo il suo viso. Lui ha gli occhi verdi come le foglie della grande quercia e come sempre sorride. Sylvan è un silfide ed è mio amico. Forse è vero che i silfidi sono nati per aiutarci, ma per me è sbagliato considerarli solo così. Sono soprattutto amici, dopotutto anche loro sono molto più potenti di qualsiasi altra creatura, come noi. “Forse è meglio riposarsi un po’. Vieni, dormiamo, sei ancora molto debole.” Sylvan mi fa coricare su un mucchio di foglie profumate e si stende vicino a me. Io appoggio la testa sulla sua spalla e lui mi abbraccia. Così protetta, finalmente in pace, chiudo gli occhi per dormire.

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