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Cronaca

Nina Moric e le sue offese ai napoletani

La modella croata offende Napoli e Barbara D’Urso non la difende

di Angelo Forgione

Che brutta aria che tira. Ora anche gli stranieri ricoprono di infamia i napoletani; basta sentire cosa ha detto la modella croata Nina Moric nel salotto domenicale di “Domenica Cinque”. La Moric era stata invitata in trasmissione dalla conduttrice, napoletana, Barbara D'Urso per parlare del rapporto tra l’ex marito Fabrizio Corona e il loro figlio Carlos. Presa da evidente livore, mentre parlava della presenza ingombrante della nuova fidanzata di Corona, l’argentina Belen Rodriguez, nella vita del piccolo Carlos, la Moric si è lasciata andare ad una evidente gaffe di natura culturale, diffamando i costumi delle famiglie napoletane. Illustrando un episodio in cui Corona si è recato a prelevare il figlio a scuola con il seguito numeroso della famiglia della sua nuova fidanzata, la Moric è esplosa esclamando frasi come: "Ma che siamo, famiglie napoletane?", "Ma che siamo napoletani?", "ma che siamo a Napoli?" La conduttrice napoletana Barbara D'Urso non ha frenato subito la sua interlocutrice, come avrebbe dovuto per evitare che le sue offese si reiterassero, ma poi, sentitasi comunque chiamata in causa, ha chiesto timidamente spiegazioni sul senso delle frasi antinapoletane della modella che, visibilmente imbarazzata, si è "arrampicata" dicendo che voleva dire "famiglie argentine" e non napoletane. Rimedio peggiore del danno, perché così ha finito per offendere anche il popolo sudamericano. Non spetta a noi giudicare l’educazione e i valori impartiti alla Moric in Croazia dalla sua famiglia ma sicuramente possiamo esprimere un giudizio sul grado di istruzione del personaggio in questione che evidentemente, come gran parte degli italiani così come di tutti gli europei, non conoscono la storia di Napoli e il suo valore universale senza uguali che, come dice l’Unesco, ha esercitato una profonda influenza su gran parte dell'Europa e al di là dei confini di questa. Sui valori delle famiglie napoletane, saldi e sicuramente più profondi di quelle di altre latitudini, non c’è margine di discussione; le grandi eccezioni vi sono dappertutto ed una famiglia senza valori non è esclusivo copyright partenopeo. Ciò che deve far riflettere è che ormai si consenta a tutti i livelli ed in ogni contesto il vilipendio ai danni dei Napoletani e della città di Napoli, e che nessuno si senta più in dovere di difenderli sentendosi forte di ragione. È ancor più condannabile Una conduttrice napoletana che lascia scivolar via anche solo la prima offesa, e poi la seconda e la terza, per poi abbozzare una reazione col sorriso tra i denti per una chiusura a tarallucci e vino che non lascia spazio ad una richiesta di scuse. La D’Urso, già protagonista del lancio mediatico a sensazione di personaggi di discutibile spessore morale e artistico anche della sua stessa città, avrebbe dovuto proteggere i tanti concittadini che stavano assistendo alla trasmissione e pretendere delle scuse con estrema serietà, ma non ne è stata capace. In un paese che fatica a stare nella legalità, é bene ricordare che le manifestazioni verbali di disprezzo rivolte a determinati soggetti sono da considerarsi reati secondo il diritto penale. Nina Moric faccia autocritica per aver sposato un uomo che definisce immorale e non chiami in causa per questo un popolo rispettabile solo perché l’ignoranza ha fatto dell’offesa ai napoletani un moda disgustosa. Sbagliare è umano ma perseverare, si sa, è diabolico.