Vogliamo che la legge arrivi in luoghi tenebrosi come Piazza-Italy,la chat italiana di Aol, dove si commettono violazioni vergognose dei dirtti civili.

sabato 31 ottobre 2009

Un giovane studente delNord che fa l'analisi dei torti subiti dal Sud, imparate da lui a RISPETTARE IL sud

venerdì 30 ottobre 2009

Credito e Mezzogiorno: solo un problema di offerta?

Questi fatti sono degni di nota e vanno analizzati opportunamente, così come presenta questa pagina, tuttavia ci sono alcune mie perplessità che vorrei presentare. La prima è economica e, per dirla con semplicità, si ferma alla questione domanda-offerta: sono le imprese del Sud a richiedere meno credito, oppure sono le banche a non concedere credito sufficiente alle imprese meridionali? In pratica la colpa del divario Nord-Sud è della domanda o dell'offerta di credito? Chiaramente non si può dare una risposta definitiva, eppure tale argomento non è banale. Nel caso in cui il problema sia l'offerta di credito (ipotesi implicita del Governo), allora la Banca "a vocazione territoriale" potrebbe essere una risposta centrale. Nel caso in cui invece ci sia un problema di domanda, la soluzione al problema non è così semplice. Creare solo una Banca non vuol dire migliorare il "Business Environment" meridionale, cioè a Sud ci sono meno aziende perchè il "clima" è più difficile, queste poche chiedono fisiologicamente meno credito e contemporaneamente sono più rischiose... ed ecco l'1.7% di differenza. E' chiaro che entrambe le ragioni (domanda ed offerta) sussistono e si concausano, tuttavia questo serve a spiegare che la Banca non è una soluzione, ma sono un passaggio eventualmente. La seconda è storica: negli oltre 40 anni d'intervento straordinario nel mezzogiorno sono state numerose ed abbondanti le iniziative che abbassavano i costi di finanziamento delle imprese. Infatti i trasferimenti in conto interessi erano il primo (ma non unico) metodo di sostegno all'industrializzazione, tanto sostenuta da grandi economisti come Menichella, Giordani e Saraceno. Tuttavia, questi grandi trasferimenti non hanno avuto grande impatto anche a causa dei criteri politici di assegnazione: essere bravi non era il primo requisito per essere sostenuti, contava essere "politicamente" rappresentati. Con una Banca d'iniziativa governativa non si rischia qualcosa di simile?La terza è giuridica: chi mette sul piatto le necessarie garanzie? Questa Banca sarà composta da "massimo di quindici membri nominati dal Presidente del Consiglio dei Ministri su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze, anche in rappresentanza delle categorie economiche e sociali, di cui almeno cinque espressione di soggetti bancari e finanziari con sede legale in una delle regioni del Mezzogiorno (...) e uno di Poste Italiane s.p.a." (link). Ora, come anche rilevato da Boeri e Panunzi, la garanzia pubblica sul capitale della banca implica assoggettarla a debito pubblico (la questione non è un problema di per sè, quanto una scelta di politica economica non condivisa da alcuni). Senza dimenticare che essendo il capitale garantito dallo Stato ed avendo come sicuro altro grande azionista in Poste spa (di proprietà del Tesoro per il 65% e della Cassa Depositi e Prestiti per il 35%), il rischio di una gestione politica del credito è tutt'altro che scontata. In conclusione, l'idea della Banca del Mezzogiorno non è aprioristicamente negativa, anzi. Tuttavia ci sono dei punti che vanno opportunamente trattati, oltre a non dimenticare che, come riporta il sito, la Banca è "nella strategia del Governo per il Mezzogiorno, ma non la esaurisce". Ad esempio, come riporta il Rapporto 2009 della Svimez, il gap infrastrutturale è profondo ed incide largamente sul divario. Per non parlare di Istruzione, lotta alla Criminalità, Ricerca e tanto altro ancora.

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