Vogliamo che la legge arrivi in luoghi tenebrosi come Piazza-Italy,la chat italiana di Aol, dove si commettono violazioni vergognose dei dirtti civili.

lunedì 5 ottobre 2009

La tragedia di Messina e le promesse della politica Mentre si continuano a cercare i dispersi e si piangono i morti, a Messina è arrivato Silvio Berlusconi ed ha promesso agli sfollati che “le case arriveranno in breve tempo” e che “il governo metterà tutte le risorse necessarie”, procedendo ad uno “stanziamento che si aggiungerà ai 20 milioni previsti dalla Regione Sicilia già nel prossimo consiglio dei ministri”. Precisamente, “per le zone a rischio idrogeologico verrà stanziato”, sempre secondo le parole di Berlusconi, “circa un miliardo di euro, una cifra analoga a quella per il dopo L’Aquila”. Una promessa forte, una delle tante. Che ora aspetta di essere mantenuta. Berlusconi ha detto anche che “l’inondazione è stata causata da una emergenza idro-geologica eccezionale” che però “era stata prevista con anticipo, dando l’avviso per tempo”. Non è proprio così: la Protezione civile in realtà aveva solo avvisato dell’arrivo di una forte perturbazione sulle isole maggiori. D’altronde, se fosse davvero così, le responsabilità degli enti locali sarebbero pesanti.. Invece, è sempre Berlusconi a parlare “poi la precipitazione iniziata nelle prime ore del pomeriggio del primo ottobre è stata più intensa di quanto si prevedeva”. Insomma, sono state le cattive condizioni atmosferiche a provocare questo disastro. Speriamo che il nostro premier abbia chiaro che il responsabile di questa tragedia è la cattiva politica, di destra e di sinistra. La politica che a livello locale autorizza scempi urbanistici un po’ ovunque e tollera l’abusivismo per ragioni poco nobili, di tipo elettorale e che a livello nazionale vara i “piani casa”, condona con una certa facilità l’abusivismo e tollera le continue violenze al suolo e al paesaggio dell’Italia. La cattiva politica a cui piace tanto il cemento,soprattutto le grandi opere: il ponte sullo stretto, il passante di Mestre, la linea alta velocità. La cattiva politica a cui piacciono più le emergenze della prevenzione e della tutela del territorio. Come abbiamo già scritto, in Italia 5.581 comuni, il 70% del totale, sono classificati a rischio idrogeologico e negli ultimi 90 anni ci sono state oltre 5 mila grandi alluvioni e 12 mila frane. Solo negli ultimi 50 anni si contano più di 3 mila morti. Ma le piccole opere di contenimento, di manutenzione del territorio, di ripulitura delle sponde dei fiumi e dei tombini, non interessano la politica, e forse neppure l’opinione pubblica. di tutela del reticolo idrogeologico. E mentre tutti sono pronti ad applaudire Guido Bertolaso quando consegna dopo 100 giorni i moduli abitativi prefabbricati o si butta a corpo morto sull’ennesima emergenza, nessuno lo ascolta quando denuncia da anni a tutti i governi l’abusivismo, la devastazione del territorio, la mancanza di fondi per la prevenzione. I soldi, già. La cattiva politica c’entra anche qui. Mentre Berlusconi promette un miliardo di euro, i sindaci del messinese denunciano che dopo la frana di 2 anni fa furono promessi 11 milioni dalla Protezione civile, ma ne sono arrivati solo 945 mila. Bertolaso invece accusa i sindaci che anziché spendere per la tutela del territorio finanziano le fiere e progettano grandi opere. Bertolaso ha ragione: se si desse retta alle sue proposte, finanziando il grande piano per la messa in sicurezza dell’Italia, anziché fare grandi promesse evocative come il “Ponte sullo Stretto” o altre opere del genere, e si smettesse di promettere soldi per ogni nuova emergenza, la prossima volta non ci sarà un’altra tragedia annunciata, ma la prima tragedia evitata.

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