L'ex c.t. della Nazionale presentato dal presidente partenopeo dopo l'esonero di ieri sera di Edy Reja. "Prima parlerò col mio predecessore e con i giocatori, poi comincerò a lavorare. Parlare di Europa adesso però non ha senso", ha spiegato il nuovo tecnico
NAPOLI, 11 marzo 2009 - Una scelta lunga quasi un lustro, passata attraverso qualche cena e una zia. Aurelio De Laurentiis presenta sciorinando aneddoti il nuovo tecnico del Napoli, Roberto Donadoni: "L'ho scelto io, personalmente, ci conosciamo da 4 anni e ogni tanto abbiamo cenato insieme". Aggiunge Donadoni: "Ci siamo conosciuti grazie a una zia vicina di casa, è stato questo il contatto". Comincia così la nuova avventura tinta d'azzurro, meno intenso di quello Nazionale ma comunque acceso, dell'ex C.t. italiano.
GRADUALMENTE - Donadoni arriva al centro sportivo di Castelvolturno insieme con i suoi collaboratori: il vice Bortolazzi, che sostituirà Fabio Viviani, il preparatore atletico Andreini e quello dei portieri Buso - un passato nel Napoli di Colomba e Scoglio, prima del fallimento - che affiancheranno Febbrari e Facciolo, legati ancora per un anno al club di De Laurentiis. Contratto fino al 2011, su per giù un milione di euro l'ingaggio, e un obiettivo graduale: "Cominciamo a pensare alla trasferta di Reggio Calabria con la Reggina e ad uscire da questa situazione difficile. Poi, guarderemo al futuro e ai traguardi europei che vuole tagliare la società".
L'EQUIVOCO - De Laurentiis riprende la parola: "Ho pensato a Donadoni in ogni momento di crisi attraversato negli ultimi 4 anni - precisa il presidente -. Siamo grati a Reja, resta uno della famiglia, ma mi sono convinto che lo spogliatoio non rispondesse più alle sollecitazioni del tecnico". Il d.g. Marino aggiunge: "Lo ha ammesso onestamente anche lui". Reja, che ha salutato la città con una conferenza stampa andata in scena dopo quella di Donadoni, ascolta e dice: "Beh, questo mi spiace, bisognerebbe chiederlo ai calciatori. E' chiaro che negli ultimi due mesi, i più neri della mia avventura, c'è stato un po' di sconforto, ma a me è sempre sembrato di avere un rapporto chiaro e schietto con tutti". Versioni discordanti.
NESSUNA PAURA - Unità d'intenti, invece, tra Donadoni e il suo predecessore: "Ci siamo sentiti al telefono, stasera ceneremo insieme - precisa l'ex centrocampista del Milan -: gli ho chiesto di darmi qualche ragguaglio, mi ha dato la sua disponibilità. E' stato molto gentile". A tenere banco, poi, sono le motivazioni e le questioni tecniche: "Ho accettato subito questa panchina perché amo le sfide, sono un istintivo: allenare il Napoli è un prestigio. Il modulo? Non voglio e non posso stravolgere tutto, ma deciderò dopo aver valutato bene i calciatori. Di certo pretendo voglia di fare, voglia di mettersi in gioco: mi piacciono le persone che sbagliano perché ci provano. Non dobbiamo avere paura, bensì tante motivazioni".
CANNAVARO E IL MILAN - Il suo contratto scadrà nel 2011, ma Donadoni non vuol sentir parlare di mercato e programmi: "E' assurdo affrontare un discorso del genere in questo frangente". Qualcuno cita Fabio Cannavaro, suo capitano all'Europeo. Interviene De Laurentiis chiudendo la porta: "Non è possibile chiedere a un 34enne o 35enne di giocare in difesa". Meglio guardare al futuro prossimo. Al 22 marzo, ad esempio, giorno di Napoli-Milan al San Paolo: "Ah si? Non sapevo che avrei esordito in casa con i rossoneri... Sarà una grande partita".
REJA - Grande, come la mestizia che regna nell'ambiente: tutti tristi per la partenza di Reja. "Avevo già detto al presidente che avrei lasciato il 30 giugno - dice il tecnico di Gorizia -, sono dispiaciuto di non poter concludere l'avventura come avrei voluto: con la conquista di un posto Uefa. Ora mi prendo un mese di pausa, girerò gli stadi e poi valuterò il da farsi: ho qualche proposta e l'entusiasmo di vivere ancora la panchina. La Nazionale slovena? E' là". E il Napoli? "De Laurentiis mi ha chiesto di scegliere un ruolo in società. Qualsiasi ruolo: gli ho risposto che voglio fare il presidente! Si vedrà".
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