Vogliamo che la legge arrivi in luoghi tenebrosi come Piazza-Italy,la chat italiana di Aol, dove si commettono violazioni vergognose dei dirtti civili.

martedì 18 novembre 2008

La Davies, 33enne britannica, una delle due donne iscritte alla "Vendée Globe", la più massacrante regata in solitaria, confessa: "Mi piace navigare nuda" MILANO, 18 novembre 2008 - Già il nome della barca sembra più adatto a un bar di Vasco Rossi che allo scafo che ha vinto gli ultimi due giri del mondo. Roxy, molto rosa all’interno, fra cerate e cambi di vele, c’è anche un’orchidea finta, perché la "padrona di casa" non rinuncia a certi dettagli, neppure quando partecipa alla regata più massacrante che sia stata mai inventata: il Vendée Globe, 26.000 miglia di Oceani, senza assistenza e senza scalo. LAUREATA - La padrona di casa di Roxy è Samantha (Sam in banchina) Davies, 33 anni, una laurea in ingegneria avvolta nel domopack, o meglio, neppure ritirata. "Il giorno della cerimonia ero in mezzo all’Atlantico, in una regata, non sono potuta andare. Ma quella laurea adesso la uso tutti i giorni, navigare senza conoscenze di ingegneria è come veleggiare bendati...". Da piccola sognava di fare la ballerina, adesso danza sulle onde, è una delle due donne (su 30 iscritti) che partecipa a questa maratona per solitari. In cui la fatica e la stanchezza a volte abbrutiscono (e imbruttiscono) l’essere umano. Non Sam, che nei video che trasmette dall’Atlantico (i primi della flotta hanno superato Capo Verde), racconta di come non rinunci a lavarsi spesso i capelli (con acqua di mare, sciacquati con quella dolce), tenere in ordine (e soprattutto asciutta) la cabina, usare un po’ di crema per le mani e per il corpo. Cambia l’avventura e ca mbia l’immagine del velista: finiti i barbuti, coi capelli-porcospino e la maglia (portafortuna) rattoppata. BOXER E BRILLANTINI - Sam cerca di essere sempre in ordine, magari indossando i suoi boxer preferiti su cui c’è scritto Lucky (fortunata) in rosa e brillantini. Un’altra visione della vela, in cui - come racconta lei - si può anche "navigare nudi, soprattutto quando si passa dalle parti dei Tropici e fa molto caldo. È molto più comodo". Esperienza che per ora Sam non ha avuto modo di provare (chissà se lo farà davvero nel corso di questo Vendée?) dato che la prima parte della discesa verso il Sud Africa è stata asciutta come il cestello di una lavatrice. Lei si consola stendendo i calzini al chiaro di luna con due mollette e si presenta la mattina successiva con una maglietta bianca stirata (non a caso, il suo sponsor commercializza una linea di abbigliamento sportivo) con la scritta Roxy, più battagliera che mai. Perché femminilità in barca per la Davies non vuol dire vacanza. Nella stessa intervista (sul sito www.dailymail.co.uk) in cui raccontava che aveva navigato coperta solo di crema solare, spiega come sa perfettamente che nel Vendée sono morte parecchie persone. "E' una regata difficile, ma quando sei alla partenza pensi solo a provare a migliorare il record stabilito da Riou con questa stessa barca nel 2005: 87 giorni 10 ore, 47’ e 55"". Competendo con i maschi. "Inutile mentire - continua Sam che è 12ª staccata di 270 miglia dal leader Peyron - gli uomini hanno indubbi vantaggi fisici. Sono anche più irruenti. E in una regata come questa, lungo almeno tre mesi, alla fine contano di più la costanza e la tenacia. E queste doti le hanno più sviluppate le donne...". Racconta Davies, sorella minore (come esperienza) di una generazione di veliste che ha fatto scuola da Ellen MacArthur, Tracy Edwards e Shirley Robertson. Gente che ha dimostrato ai britannici come si possa stare in barca per vincere anche con le creme e bigodini...

1 commento:

Anonimo ha detto...

"Very interesting article Author ...Grazie for your posting"

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