Vogliamo che la legge arrivi in luoghi tenebrosi come Piazza-Italy,la chat italiana di Aol, dove si commettono violazioni vergognose dei dirtti civili.

mercoledì 24 giugno 2009

je me'n fiche ! Me ne infischio

AVVENTURE DEL TENENTE KOLOMBO ( 20 ) Indagine sulla F.I.C.A. ( Federazione Internazionale Compagne Asservite ) ……e avvizzite. Le avvisaglie della ormai imminente decrepitezza erano percepibili sullo squallore dei volti e la secchezza dell’epidermide. Il naso bitorzoluto di una delle due costituiva un sottile fastidio per essa medesima; ma la evidente deturpazione del soma che ne conseguiva ingenerava persino un senso di penosa commiserazione da parte delle giovani e floride colleghe. Impietose verso la vecchiaia e i segni della decadenza fisica, ne commentavano malignamente lo spettacolo.Ma il danno più crudele per le due beghine era costituito dalla vista di qualche collega anziana ancora fascinosa nel suo modo di essere, per il[ corpo ancora solido con la protuberanza di seni straripanti come quelli di una ventenne; e gambe scattanti da capogiro ancora oggetto di segreti pensieri notturni da parte di aspiranti “cavalier serventi” che si sarebbero venduti l’anima per un solo approccio verbale con la bionda esplosiva.Alle due infelici creature non restava altra consolazione al loro stato di irreversibile racchiume che quello di mettersi al servizio del capufficio. Era sopraggiunto dalla solatìa Romagna qualche mese prima. Un donnino, anch’esso piuttosto dimesso, dalla infelice corporatura di piccola taglia, deciso, però, a farsi notare mediante l’uso di strettissime minigonne semitrasparenti che lasciavano intravedere esigue mutandine a fil di culo, oggetto, anch’esse, del divertito dileggio della ragazzaglia del paese che ne seguiva da vicino l’incedere al momento di salire le scale dell’edificio dell’amministrazione della grande fabbrica produttrice di grossi bidoni per gli immondezzai pubblici, diretta verso gli uffici situati al terzo piano del palazzo.Solo qualche tempo dopo già si vociferava che il capufficio usava tracannare qualche birra o “un grappino” durante le ore di lavoro. Ne erano state trovate tracce sotto forma di lattine e bottiglie in qualche segreta scansìa del suo stesso ufficio. Ma ciò che aveva destato l’allarme dei superiori era stato il sospetto, avallato da certe manifestazioni isteriche della donnetta, dell’assunzione di droga. Per tali motivi Colombo aveva ricevuto l’incarico di indagare sul passato e sulla figura di quella sciagurata. Lei aveva deciso di farsi rispettare e di comandare, aliena da qualsiasi tipo di approccio cultural-professionale con i suoi dipendenti relativamente ai problemi scottanti dell’immondizia della fabbrica; si piccava, infatti, di essere una specialista sui problemi del lerciume degli immondezzai in genere, inconsapevole della sua ignoranza circa tali problematiche professionali per cui cercava di usare un insano dispotismo maniacale tagliando corto su tutte le discussioni a lei invise o facendo la gnorri o ponendo in essere minacce più o meno velate verso gli impiegati refrattari ai suoi diktat.Il suo livore appariva ben manifesto allorquando, inviperita per la vista di una qualche impiegata elegante e ingioiellata, mostrava il viso, già di per sé vizzo e cascante, livido per il malcelato disappunto. Colombo ne aveva dedotto che questa troja appariva difficile da stanare anche perché si avvaleva ormai del sostegno e del beneplacito di quelle due maledette serve prone alle sue voglie di peccaminose gesta di rivalsa verso le malcapitate di turno.Più disponibile appariva verso i maschi nella segreta speranza di qualche attenzione, mostrata anche “duramente”, che avrebbe potuto risollevarla dallo stato di degrado psico-sessualoide in cui da anni ormai si dibatteva a causa della penuria di carne umana da far bollire in pentola tanto da saziare i suoi inverecondi appetiti di grandissima putttana!Certi pomeriggi rimaneva rintanata nell’ufficio facendosi qualche pera con conseguente crisi epilettica. Il pianto incontrollato e stridulo provocato dall’assunzione di eroina era udibile, come lugubre eco, fin nei più segreti recessi della fabbrica, tanto da far accorrere qualche usciere di turno.La stronza vi si aggrappava disperata nel vano tentativo di una “copertura” o di un abboccamento del tipo usato dall’altra grandissima bagascia nota come Atra Latetra amica di Maria Piga la Sffiiiga sffiiiigata e delusa come Lei che non si rassegnava alle notti solitarie dandosi da fare in qualche bistrot o Pub del paese in cerca di un qualche improbabile drudo da strapazzo obiettivo comune a quelle sue tre o quattro manutengole compreso le due servette tuttofare ancor più raggrinzite nei volti giallognoli alla luce dei neon ma sempre speranzose di ricevere qualche membro dell’altro sesso nonostante l’ora tarda che la consuetudine colloca nella sfera del sonno ristoratore che non ristora un kazzzo se non rigiri tra le mani un robusto asse trivellatore refrattario a pentole e materiali avariati per uso improprio di solitari insoddisfacenti orgasmi di lunghe notti insonni.Al primo sole la poveraccia aveva schifo di se stessa alla vista di quel suo volto flaccido, in cui la piega amara delle labbra pendule e molli sottolineava con crudele evidenza il suo mezzo secolo di vita trascorso nella vana ricerca di un compagno, proprio ora che di compagni ve n’erano pochi e quei pochi truccati o già convolati a ingiuste nozze per cui le avrebbe fatto d’uopo sottrarre un compagno ad una compagna tanto anarchia per anarchia il risultato era sempre lo stesso: essere o non essere una gran mignotta abbandonata dal marito anni prima, con cinque figli e una porca voglia dello strumento creatore che nemmeno un barbone ottantenne le avrebbe mai più affidato tra le mani ancora esperte e vogliose di maneggi e palpazioni con posizionamenti del tipo fiaschi di Lambrusco schiumante tracannato senza scorno.Ed ecco che in Colombo si ridestava la fantasia.Sognava ad occhi aperti ma non ce n’era bisogno dal momento che le tre Parche, Cloto, Lachesi e Atropo procedevano sulla stessa lunghezza d’onda dando luogo al non luogo a procedere da parte sua che, in quanto poliziotto da quattro soldi, cercava inutilmente il colpaccio col sorprendere le tre puttane in flagranza, cogliendole con le mani sul corpo del reato o almeno su una parte del corpo del reato !Era riuscito ad introdursi furtivamente tra i deserti corridoi del palazzo e ad entrare nell’ufficio della ribalda di soppiatto, sicuro di trovarla con le mani nel sacco vale a dire mentre era intenta a soppesare il carico scrotale di un suo certo leccapiedi ma fu annientato dalla inopinata delusione provata alla vista della ninfomane alle prese con fallo plasticato vibrante tra le mani scheletriche, mentre lei, occhi rapiti, cercava disperatamente l’orgasmo liberatore ! Che non veniva !E allora via quel fottuto vibratore scarico scagliato con forza imprevista a colpire sulla fronte proprio lui, Colombo, poliziotto malridotto con bernoccolo prodotto da un kazzzo di strumento maledetto, sogno nascosto di pallide beghine dallo squallido volto di capre belanti ai piedi di madame Kapo’ trasferita d’ufficio in altra sede, assetata sempre e mai doma, forsennata divoratrice di durissimi fittoni e tuberi rotondi in similpalle.

1 commento:

lisa ha detto...

ahahahahahahahhahahahahahahahaahhahaahah
grazie fiorella mica avevo letto questo "romanzo?" a buon intentitore poche parole, hahahahahahahahahaahhaahahahha sto ridendo con le lacrime

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