Vogliamo che la legge arrivi in luoghi tenebrosi come Piazza-Italy,la chat italiana di Aol, dove si commettono violazioni vergognose dei dirtti civili.

martedì 3 febbraio 2009

Benedetto Croce, Italian philosopher Worldly known born in Abruzzo ma lived his intellectual life in Naples

Biography Croce was born in Pescasseroli in the Abruzzo region of Italy. He came from an influential and wealthy family, and was raised in a very strict Catholic environment. Around the age of 18, he turned away from Catholicism and became an atheist, remaining so for the rest of his life. In 1883, an earthquake hit the village of Casamicciola, Ischia, where he was on holiday with his family, destroying the home they lived in. His mother, father, and only sister were all killed, while he was buried for a very long time and barely survived. After the incident he inherited his family's fortune and was able to live the rest of his life in relative leisure, enabling him to devote a great deal of time to philosophy. As his fame increased, many pushed him, against his wishes, to go into politics. He was made Minister of Public Education, and later moved to the Italian Senate, a lifelong position. He was an open critic of Italy's participation in World War I, feeling that it was a suicidal trade war. Though this made him initially unpopular, his reputation was restored after the war and he became a well-loved public figure. He was also instrumental in the Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele III's move to the Palazzo Reale in 1923. Though Benedetto Croce initially supported Benito Mussolini's Fascist government (1922-24)[1], eventually he openly opposed the Fascist Party[2], he remained so till his death in 1952. [edit] The philosophy of spirit Heavily influenced by Hegel and other German Idealists, such as Fichte, Croce produced what was called, by him, the Philosophy of Spirit. Croce was an ardent idealist, and denied any reality other than "pure concept", or simply ideas. "Pure Concept" to him are largely Plato's Ideas, and are similar to Kant's categories, which are concepts like quantity, quality, evolution, more or less any idea we have that can be described as a universal idea. He came to the conclusion that if all of reality was an idea, all of reality could be reduced to purely logical concepts, and most of his works from there on are expositions on logic. He rejected all forms of religion as not logical enough and came to view most metaphysics in the same manner. He felt that all metaphysics are simple justifications of religious ideas and not full, viable philosophical ideas. Nevertheless, he held onto his idealism. [edit] History Croce also held great esteem for Vico, and shared his view that history should be written by philosophers. Croce's On History sets forth the view of history as "philosophy in motion", that there is no greater "cosmic design" or ultimate plan in history, and that the "science of history" was a farce. This led him to scorn theorists like Marx and Hegel who attempted to reduce history to a few guiding principles. He largely agrees with Rousseau, saying that history is a series of lies, where we must choose the one that seems closest to the truth. [edit] Beauty Croce's work Breviario di estetica (The Essence of Aesthetic) appears in the form of four lessons (quattro lezioni), as he was asked to write and deliver them at the inauguration of Rice University in 1912. He declined the invitation to attend the event; however, he wrote the lessons and submitted them for translation, so that they could be read in his absence. In this brief, but dense, work, Croce sets forth his theory of art. He claimed that art was more important than science or metaphysics, since only the former edifies us. He felt that all we know can be reduced to logical and imaginative knowledge. Art springs from the latter, making it at its heart, pure imagery. All thought is based in part on this, and it precedes all other thought. The task of an artist is then to put forth the perfect image that they can produce for their viewer, since this is what beauty fundamentally is - the formation of inward, mental images in their ideal state. Our intuition is the basis of forming these concepts within us. This theory was later heavily debated by such contemporary Italian thinkers as Umberto Eco. [edit] Selected Quotes All history is contemporary. [edit] Footnotes ^ Denis Mack Smith, “Benedetto Croce: History and Politics”, Journal of Contemporary History Vol 8(1) Jan 1973 pg 47. ^ He coined the term onagrocracy (literally "government by braying asses") to describe the style of rule by the Italian fascist movement and its leader Benito Mussolini's type of government. It is a disdainful term for misgovernment, a late and satirical addition to Aristotle's famous three: tyranny, oligarchy, and democracy. Benedetto Croce a Raiano Inserito da Ezio Pelino il 13 Novembre 2008 alle 16:50 Quando pensiamo a Benedetto Croce ce lo immaginiamo a Napoli, nel suo studio affollato di libri di casa Filomarino. Eppure c’è stato un tempo in cui sarebbe stato possibile incontrarlo mentre passeggiava meditabondo sulla via di S. Venanzio o lungo il tratturo a Raiano. Per sette anni, dal 1907 al 1913, il filosofo - ancora giovane allora, essendo nato nel 1866 - era solito passare parte dell’estate nel piccolo paese abruzzese. Era ospite della cugina Teresa, nel palazzo dei Rossi Sagaria, la famiglia più in vista del borgo. Erano vacanze le sue molto diverse da quelle massificate, nevrotiche e rumorose di oggi. Le passeggiate e le conversazioni in famiglia erano solo una pausa dello studio. Fu qui, infatti, che Croce scrisse la monografia su “La filosofia di Giambattista Vico”, come si può apprendere dalle lettere che scriveva al filosofo napoletano suo amico, Enrico Ruta, per informarlo del rapido procedere del lavoro. Il testo, pubblicato dalla Laterza, è datato “Raiano, settembre 1910”. Capitava che la vita in famiglia fosse a volte animata dalle visite di amici intellettuali, come il filologo Cesare De Lollis, il poliedrico Antonio Anile, l’editore Giovanni Laterza. Scrive quest’ultimo che proprio :”A Raiano ed al palazzo Rossi Sagaria è legata la storia degli “Scrittori italiani”. L’idea fu del filosofo. Era il 18 settembre del 1909. Passeggiavano insieme per la campagna quando Don Benedetto espose all’editore l’idea di una collana di scrittori italiani. Si doveva trattare di non più di 200 volumi di circa 350 pagine ciascuno. L’idea entusiasmò Laterza, che ricorda anni dopo, nel 1926: “ la notte stessa nella camera al secondo piano di quest’ampio palazzo, in cui ero ospitato estesi il piano economico della prima serie di dieci volumi”. E aggiunge, soddisfatto, quando i volumi pubblicati sono quasi un centinaio, che “Benedetto Croce, scegliendo Raiano per indurmi ad attuare una sua idea così importante per la cultura italiana, deve aver tenuto presente che per disporre l’altrui mente a fecondare le idee proprie occorre anche il concorso dell’ambiente per predisporre lo spirito, e Raiano e casa Rossi-Sagaria influirono per davvero su lo spirito”. Il filosofo non disdegnava di interessarsi della storia locale. Non è forse vero, come sostiene Leibniz, che in ogni goccia d’acqua c’è tutto l’universo? Così, come scrisse una monografia su Pescasseroli, suo paese natale, e su Montenerodomo, borgo paterno, si accinse a scriverne una su Raiano. Ma, purtroppo, non giunse a finirla. Di quel lavoro restano solo dei concisi appunti: “I feudatari di Raiano”, e ci sfuggono i motivi che lo indussero a lasciarlo incompiuto. Ottaviano Giannangeli, che per primo si è interessato delle vacanze raianesi di Croce, riferisce che i vecchi del paese ricordavano con simpatia il filosofo che non disdegnava di parlare con tutti e che a un certo Pomponio consegnò, per i futuri figli, un lista di una trentina di nomi latini adeguati al suo aulico cognome. Consigli accolti, se due di essi portavano nomi da lui suggeriti. Il ritratto che ne facevano gli anziani ricalca lo stereotipo popolare del filosofo. Era tanto preso dai suoi pensieri che una volta finì con i piedi in un canale di irrigazione che correva accanto alla strada e un’altra volta andò a sbattere contro un animale squartato appeso al gancio di una macelleria. Il paese si sentiva onorato per la sua presenza. Tanto che il 17 marzo del 1910, a seguito della sua nomina a senatore del Regno, il Comune gli tributò un’accoglienza solenne, con festeggiamenti al suo arrivo alla stazione, con banda, discorsi, ricevimenti e intitolazione di una strada a suo nome. Caso raro o forse unico per un personaggio ancora in vita. Ma provvide il Duce a cancellarla nel 1928, con una specifica legge sulla toponomastica. Fu forse una ritorsione nei confronti di colui che aveva redatto tre anni prima il Manifesto degli intellettuali antifascisti? Un mistero aleggia sulle tranquille vacanze raianesi. Sul registro dei morti del Comune, risulta, in data 1913, una signora, Angelina Zampanelli, come “moglie del Senatore Benedetto Croce”. Ma come, se Don Benedetto si sposò dopo la morte della Zampanelli, con la laureanda torinese Adele Rossi? La signora Angelina, gentildonna di grande bellezza, detta la “Principessa”, ospite anch’essa di casa Rossi-Sagaria, sembra che fosse il motivo principale delle vacanze raianesi e l’ “ispiratrice del filosofo al punto che costui le girava attorno, come a un centro luminoso, tenendo in mano un libro”. Edmondo Cioni, ne “Il Tempo” del 28 febbraio1964, conferma la “crisi sentimentale” del filosofo per la bella Angiolina, ma nulla di più. Perché, allora, quella annotazione? Forse il pettegolezzo era andato tanto oltre che tutti o molti ritenevano che i due fossero sposati e tali li ritenne l’impiegato comunale, da non preoccuparsi nemmeno di trovare riscontro nei documenti cartacei? Ezio Pelino

1 commento:

Anonimo ha detto...

Dear Author ,I have just read this article you have posted, twice.It was for me so very interesting. Grazie.

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